Ospitalità vs. Accoglienza: la differenza tra parole e intenzioni

Ospitalità vs. Accoglienza: la differenza tra parole e intenzioni

Oggi vorrei parlare di Ospitalità e Accoglienza. Di quanto spesso le due parole siano usate come fossero sinonimi, anche se, in realtà, hanno due diversi significati. Scopriamo quali.

Etimologia e origine di accoglienza e ospitalità

 

ospitalità
/o·spi·ta·li·tà/
sostantivo femminile

La possibilità offerta a qualcuno di alloggiare o di risiedere temporaneamente in un luogo, diverso dalla propria casa o dal proprio paese, spec. in quanto manifestazione di generosità, cortesia, o benevola tolleranza.

Etimologia: La parola ospite ha origini nel latino hospes, che ha una radice comune con hostis, che significa nemico.

Tuttavia, un grammatico latino chiamato Sesto Pompeo Festo definì hostes come persone straniere con gli stessi diritti dei cittadini romani e attribuì al verbo hostire il significato di ricambiare. Da quest’etimologia, Émile Benveniste conclude che l’ospitalità si basa sull’obbligo di ricambiare un dono con un controdono.

Pertanto, l’ospitalità è considerata un rito, in cui avviene lo scambio di doni, un fenomeno economico in quanto comporta il passaggio di ricchezze e un modo di stabilire legami fra gruppi sociali, come famiglie o tribù.

(Fonte: Wikipedia)

/ac·co·glièn·za/
sostantivo femminile
L’azione e il modo di ricevere un visitatore o un ospite.

Etimologia: attraverso una presunta forma latina: accolligere, da colligere cogliere, raccogliere; a sua volta questo è composto da co-insieme e lègere raccogliere.

L’accoglienza è un’apertura: ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare in una casa, in un gruppo, in sé stessi.

Accogliere vuol dire mettersi in gioco, e in questo esprime una sfumatura ulteriore rispetto al supremo buon costume dell’ospitalità che appunto può essere anche solo un buon costume. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l’altro diventando un tutt’uno con lui.

(Fonte: Una parola al giorno)

La differenza nelle intenzioni della comunicazione

Per dirla semplice e per riassumere quanto descritto sulla differenza etimologica e grammaticale, l’Ospitalità si basa sull’atto di ospitare qualcuno, mettendo a disposizione un alloggio senza preoccuparsi di comfort e benessere. Un esempio di ospitalità, per me, ad esempio, è il self check-in e la conseguente comunicazione.

Al netto del fatto che alcuni ospiti ricercano e desiderano questo tipo di esperienza, il self check-in rappresenta proprio l’essenza delle intenzioni di Ospitalità: nessuna formalità o interazione con l’host, servizio minimale che garantisce un “tetto sulla testa” e autonomia del soggiorno.

L’Accoglienza, invece, va oltre: implica mettersi nei panni dell’ospite, accorciare le distanze e creare un legame autentico. L’Accoglienza è un atteggiamento empatico, un ascolto attento, un atto di pura generosità.

Immagina di arrivare stanco e affaticato in un piccolo bed and breakfast in cui hai scelto di essere ospitato durante il tuo soggiorno, dopo un lungo viaggio. L’host ti sta aspettando all’entrata della sua struttura o del viale che lo conduce ad essa e quando ti vede ti accoglie con un sorriso autentico, magari ti indica anche dove parcheggiare con comodità.

Ti viene incontro, ti aiuta con i bagagli e si informa di come sia andato il tuo viaggio. Tutta la sua comunicazione, verbale e paraverbale, non ti fa sentire immediatamente a tuo agio? Non ti sembra di conoscerlo da sempre?

Il suo atteggiamento empatico e l’interesse genuino nel proiettarsi verso i tuoi bisogni ed esigenze non ti rimandano ad una prospettiva di soggiorno o vacanza positive?

Il segreto per passare da Ospitalità ad Accoglienza

Il segreto per trasformare l’Ospitalità in Accoglienza è semplice, ma potente. Si racchiude in tre aspetti fondamentali:

  1. Mindset

    Per creare una vera esperienza di Accoglienza bisogna cambiare il modo in cui vediamo i nostri potenziali ospiti. Smettiamo di pensare a loro solo come clienti paganti. Quando adottiamo un mindset diverso e cominciamo a vederli e percepirli come persone, uniche e speciali, tutto cambia!

  2. Coinvolgimento

    Creare esperienze coinvolgenti con le attività e le tradizioni locali li farà sentire parte integrante della comunità e in sintonia con il Territorio.

  3. Personalizzazione

    Ogni ospite è diverso e merita un’esperienza su misura.

    Mettiamoci nei suoi panni, anticipiamo i suoi bisogni e desideri, stupiamolo con gesti e pensieri inaspettati.

    Immaginiamoci al suo posto e chiediamoci: come mi sentirei nel constatare di essere semplicemente Ospitato invece che Accolto? Cosa mi piacerebbe accadesse durante l’esperienza di soggiorno?

    Le attenzioni al dettaglio permetteranno di adattare il servizio in modo da lasciare un’impronta indelebile nei suoi ricordi, innescando un cortocircuito positivo che si trasformerà in passaparola.

Sei pronto a diventare un’eccellenza dell’Accoglienza?

Ora che abbiamo definito la differenza e il significato di Accoglienza e Ospitalità, sei pronto a diventare un’eccellenza dell’Accoglienza o preferisci rimanere sul filo discreto dell’Ospitalità?

Ti aspetto nei commenti.

Rosa

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